
Il Milan sembra sempre di più un galeone malmesso che si aggira in sperdute acque tropicali. A volte, quando il mare ha la stessa pelle di un coccodrillo, e la consistenza melmosa di uno stagno, salgono dalla cambusa e si contano sul ponte.
Don Alejandro Nesta, l’uomo dalle giunture di cristallo, che da solo respingeva gli assalti delle masnade nemiche (come quella di Aureliano Ibanez, quel farabutto), raccoglie i suoi cocci col cucchiaino d’avorio donatogli dalla Contessa di Itaparica, come segno d’amore imperituro. Ora sulla linea difensiva rimane solo Thiago Silva, il giovane mozzo, ma tra i fumi alcolici di quelle carcasse che dovrebbero puntellare la poppa, non è che ci capisca poi molto.
Com’è che Andrea Pirlo, da quando si è tolto la benda che gli copriva l’occhio sinistro, ci vede di meno, è proprio un mistero. Forse è il secondo occhio che lo confonde, suggerendogli traiettorie impensabili per le sue rotte (il famoso no-look), o forse è che Clodoveo, il pappagallo che si portava sulla spalla e gli suggeriva la mira, è stato preso in ostaggio da una galera di turchi.
Gianluca Zambrotta non ha più le ossa per tentare l’arrembaggio: non lo vedi più, aggrappato alle liane, saltare sul cassero della nave nemica e tagliar via molte teste. Il fiato gli si è ridotto, le onde dall’altra parte dell’oceano non portano più l’eco del suo scalpitante incedere, che fu il terrore dei mari.
A Ronaldihno Gaucho si confondono ormai alghe e capelli per l'umidità, davvero sono troppi gli anni che non si ferma in un porto e, anche se si ferma in un porto, l’acqua lo segue fin nelle cantine dove si consola di Rhum, o nel letto delle bagasce, insomma non c’è verso di sentirsi all’asciutto.
Capitan Pippo Inzaghi ha sempre la febbre malsana di un tempo, però ora delira, vede battaglie dove non ci sono, corre su e giù per il ponte depredando stive senza fondo come la sua fame di rete, i compagni devono stare attenti a scansarlo per evitare che li ferisca con la sua spada e il suo uncino.
L’altra sera hanno portato a casa il bottino solo perché Clarence Seedorf, quel vecchio pirata, sa ancora usare il cannone. Stanno naufragando, e non si spiegano bene cos’è che li tenga ancora a galla. Quando è partito quel fendente all’incrocio dei legni della nave avversaria, da quei cuori di pietra è forse uscita una lacrima: sembrava proprio che l’antica gloria giocasse da sola.
Arturo
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