
Sembrava tutto già scritto, sembrava che, dopo aver superato lo scoglio del derby, niente o nessuno potesse fermare l’armada giallorossa, specie nel suo bellissimo stadio, specie se sospinta, manco fosse una bambina ai suoi primi passi, da un pubblico indimenticabile.
Dicevo, sembrava tutto scritto: un avversario, la Samp, ricco di “amici”: dall’ex Del Neri al portiere Storari (calcisticamente nato nella provincia Romana) dal “prestato” Guberti all’ex “laziale” Zauri per finire con Totò Cassano vecchio amico/nemico accolto da un boato di fischi ad ogni tocco di palla.
Tutto inizia come ogni cuore giallorosso (ed ogni buon anti-interista!) si augurava, due tocchi Vucinic - Totti e pallone alle spalle di Storari, qualcuno ha forse sospirato: “almeno non mi salteranno le coronarie come durante il derby….”.
La Roma gioca bene, molto bene, sembra che si voglia togliere di dosso questa partita in fretta, tutta d’un fiato, per potersi concentrare sul prossimo turno di Parma, la Samp e Cassano al contrario sonnecchiano in placida attesa della scure del boia.
L’onda giallorossa, dopo il guizzo iniziale, si infrange inesorabilmente sulle mani protese di un sontuoso Storari, il sig. Damato non vede (o non vuole vedere) un fallo di mano in area Sampdoriana che avrebbe forse meritato il penalty e tocca quindi al talento di Bari vecchia pennellare una parabola che cade docilmente quanto inesorabilmente sulla fronte di Pazzini.
Il calcio è sadico, e se bastarono due soli tiri in porta alla Magika per superare una vogliosa Lazio nel derby, oggi ne bastano 2 alla Samp per dare inizio alla disperazione; è il calcio, è la vita, tutto gira, tutto torna (per qualcuno..) in una sorta di equilibrio karmico tutte le presunte fortune stagionali della Roma vengono di colpo riequilibrate.
Sa di beffa che per tentare l’impresa il tecnico testaccino, probabilmente ormai a corto di idee, si affidi nel finale alla spesso vincente “tattica Mou” schierando contemporaneamente in campo 4 attaccanti e togliendo un difensore!
Ed anche se il simpatico Massimo Mauro si affanna a ripetere che il campionato ancora non è finito tutti i presenti sono coscienti che le speranze di un ennesimo sorpasso sono più algebriche che reali.
Di questo 25 aprile non potrò mai dimenticare la voglia di una squadra di cambiare il proprio destino, il desiderio di un gruppo di sovvertire i pronostici di una nazione, la forza di un pubblico strepitoso che è sceso letteralmente sul campo per aiutare i suoi gladiatori, la caparbietà di un tecnico che le ha provate tutte, come i suoi pupilli d’altra parte, per riscrivere la storia.
Non ci sono riusciti, ma, da non romanista, posso solo provare ammirazione e rispetto per quei ragazzi che hanno saputo regalarsi un sogno di rivalsa crollato per un’inezia, per il sincero pianto di Mexes, per il coro dei tifosi alla fine e durante la partita, per l’abbraccio leale di Cassano al suo vecchio capitano
Quanto è sadico il calcio: come in assurda opera Beckettiana ora il popolo giallorosso si vedrà costretta a riporre le proprie flebili speranze negli arcinemici cugini irrisi neanche due settimane fa... e dire che la giornata era iniziata con un goal ed un errore sottoporta del “Tir”, sottovalutato attaccante romano.
Solo una nota stonata: cara presidentessa Sensi, quelle frasi post partita si potevano evitare, l’arbitraggio non sarà stato perfetto, ma non ha certamente favorito nessuno, ed in un teatro così bello, anche se davanti ad una triste sconfitta, quelle frasi, comprensibilissime, stridono alquanto. Sarebbe bastato un: “Grazie ragazzi, grazie comunque!”.
Eddie
P.S. Un saluto allo Zio Joe ed alla sua mano fratturata al tiro di Riise. Non succede, ma se succede... spacco tutto!
Dicevo, sembrava tutto scritto: un avversario, la Samp, ricco di “amici”: dall’ex Del Neri al portiere Storari (calcisticamente nato nella provincia Romana) dal “prestato” Guberti all’ex “laziale” Zauri per finire con Totò Cassano vecchio amico/nemico accolto da un boato di fischi ad ogni tocco di palla.
Tutto inizia come ogni cuore giallorosso (ed ogni buon anti-interista!) si augurava, due tocchi Vucinic - Totti e pallone alle spalle di Storari, qualcuno ha forse sospirato: “almeno non mi salteranno le coronarie come durante il derby….”.
La Roma gioca bene, molto bene, sembra che si voglia togliere di dosso questa partita in fretta, tutta d’un fiato, per potersi concentrare sul prossimo turno di Parma, la Samp e Cassano al contrario sonnecchiano in placida attesa della scure del boia.
L’onda giallorossa, dopo il guizzo iniziale, si infrange inesorabilmente sulle mani protese di un sontuoso Storari, il sig. Damato non vede (o non vuole vedere) un fallo di mano in area Sampdoriana che avrebbe forse meritato il penalty e tocca quindi al talento di Bari vecchia pennellare una parabola che cade docilmente quanto inesorabilmente sulla fronte di Pazzini.
Il calcio è sadico, e se bastarono due soli tiri in porta alla Magika per superare una vogliosa Lazio nel derby, oggi ne bastano 2 alla Samp per dare inizio alla disperazione; è il calcio, è la vita, tutto gira, tutto torna (per qualcuno..) in una sorta di equilibrio karmico tutte le presunte fortune stagionali della Roma vengono di colpo riequilibrate.
Sa di beffa che per tentare l’impresa il tecnico testaccino, probabilmente ormai a corto di idee, si affidi nel finale alla spesso vincente “tattica Mou” schierando contemporaneamente in campo 4 attaccanti e togliendo un difensore!
Ed anche se il simpatico Massimo Mauro si affanna a ripetere che il campionato ancora non è finito tutti i presenti sono coscienti che le speranze di un ennesimo sorpasso sono più algebriche che reali.
Di questo 25 aprile non potrò mai dimenticare la voglia di una squadra di cambiare il proprio destino, il desiderio di un gruppo di sovvertire i pronostici di una nazione, la forza di un pubblico strepitoso che è sceso letteralmente sul campo per aiutare i suoi gladiatori, la caparbietà di un tecnico che le ha provate tutte, come i suoi pupilli d’altra parte, per riscrivere la storia.
Non ci sono riusciti, ma, da non romanista, posso solo provare ammirazione e rispetto per quei ragazzi che hanno saputo regalarsi un sogno di rivalsa crollato per un’inezia, per il sincero pianto di Mexes, per il coro dei tifosi alla fine e durante la partita, per l’abbraccio leale di Cassano al suo vecchio capitano
Quanto è sadico il calcio: come in assurda opera Beckettiana ora il popolo giallorosso si vedrà costretta a riporre le proprie flebili speranze negli arcinemici cugini irrisi neanche due settimane fa... e dire che la giornata era iniziata con un goal ed un errore sottoporta del “Tir”, sottovalutato attaccante romano.
Solo una nota stonata: cara presidentessa Sensi, quelle frasi post partita si potevano evitare, l’arbitraggio non sarà stato perfetto, ma non ha certamente favorito nessuno, ed in un teatro così bello, anche se davanti ad una triste sconfitta, quelle frasi, comprensibilissime, stridono alquanto. Sarebbe bastato un: “Grazie ragazzi, grazie comunque!”.
Eddie
P.S. Un saluto allo Zio Joe ed alla sua mano fratturata al tiro di Riise. Non succede, ma se succede... spacco tutto!
1 commento:
Piuttosto che confidare e sperare nel miracolo dei cugini preferisco arrivare terzo caro Eddie..più che altro vedrai, la Roma da qui alla fine del campionato fa un punto in tre partite, e probabilmente lo fa solo all'ultima giornata a Chievo..
E' stata una grande delusione ieri, e dici bene che la Sensi si sarebbe potuta risparmiare quelle frasi finali da bar sport, perchè prendersela con l'arbitro è una cosa che possiamo fare solo noi semplici tifosi, e non il presidente che ha grosse responsabilità se anche quest'anno siamo rimasti con un pugno di mosche e un Borghetti (vuoto) in mano..
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